Il treno è l’Intercity Aspromonte 1588, il treno di rinforzo della domenica, il treno supplementare per raccogliere chi, una volta al mese, una settimana ogni due, torna dal Nord a casa, il venerdì notte, e ritorna al lavoro da Reggio Calabria e Napoli, la domenica sera. 

è vero, già a guardarlo da lontano, Rafiluccio non è di buon’umore. Va su e giù, a passi lunghi, con la sigaretta in bocca sul marciapiede del binario 18 a Napoli Centrale.   

“Si parte perché bisogna farlo, perché hai bisogno di quelle lire per campare la famiglia, ma lo sai che serve a niente, che non cambierà nulla, che quel che è oggi, sarà anche domani e dopodomani. Sai perché mi incazzo? Perché per me deve esistere solo il presente, la fatica di questa schifezza di oggi. Il passato è meglio che non ci penso. E il futuro non esiste, nemmeno lo immagino. Dimmi tu, non devo essere incazzato?”. 

L’Aspromonte 1588, che – chi lo sa perché – in alcuni mesi dell’anno diventa 1590, è un treno triste. Uno di quei treni che quando arriva in stazione vedi scorrere illuminato e vuoto nelle carrozze di prima classe, vuoto del tutto, e come annerito dai corpi dei viaggiatori e umido di vapori nelle carrozze di seconda classe. Rafiluccio non sa nemmeno che si chiama Aspromonte. Lo chiama il Buttasangue. “Tutti quelli che vedi qui dentro buttano il sangue e ce lo hanno scritto in faccia”.

La Repubblica – Giuseppe D’Avanzo, 2004

 

«C’è stata un’epoca in cui alla ditta di Broccoli le luci non si spegnevano mai – in particolare nell’ufficetto del vecchio,
che era come la stanza di Mussolini, sempre illuminata di giorno e di notte
»

Lo Bello Camillo, mulettista, è uno di quegli uomini che hanno la sfortuna di valere più da morti che da vivi. Quando il suo corpo resta schiacciato sotto al muletto, si mette in moto una storia che sembra spremuta dalle viscere della terra, un’avventura sbandata alla ricerca di un’identità sempre più inconsistente e precaria.

Chi la insegue è Antonio, metalmeccanico con la faccia da pipistrello triste, piovuto da Cerignola al Nord, nei lembi di una provincia piccola e impregnata di umori cattivi.

Ragazzine problematiche, satanisti, esorcisti, assistenti sociali, avvocati, assessori, agitatori sindacali, aziende in crisi, operai in mobilità, terremoti e terremotati.

Tutto abbastanza paradossale da sembrare vero, da essere vero.

Nel grigio, lampi di comicità e improvvisi assalti di sentimento raccontano il cuore nascosto di un’Italia piena di contraddizioni, da Sud a Nord e ritorno, un paese popolato di questioni private che talvolta, per un rovescio del destino o per un’intima rivoluzione, si incontrano e diventano Storia.

 

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Marchio

Edizioni Artestampa

Formato

21×14,5

Pagine

160

Data di Pubblicazione

2015

ISBN

9788864623399

AUTORE Di notte nella provincia occidentale I Buttasangue Il mostro di Modena La vita e la morte di Perzechella

Giovanni Iozzoli

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