La cosa che sorprende, parlando di Gian Pio Torricelli (Modena, 1942), non è che in molti lo abbiano dimenticato, ma che qualcuno ancora lo ricordi. Sorprende perché la meteora di questo artista incompiuto e tormentato ha attraversato per una piccola manciata di anni, dal 1963 al 1968, i fervidi cieli dell’Italia delle nuove avanguardie, per poi lentamente svanire e inabissarsi, dall’inizio degli anni Settanta, nel labirinto oscuro della malattia mentale e della reclusione.
Figura tragica di provocatore, personalità eccentrica e dotata di un eccezionale carisma mimetico e istrionico, Torricelli si arruola ufficialmente a 23 anni – con la pubblicazione della prima silloge poetica, Dunque cavallo – in quella schiera di artisti e intellettuali che gravitavano attorno al Gruppo 63 e, con opere e con ragioni, tentavano di delineare i percorsi dell’arte e della società di domani. Torricelli entra in contatto con Edoardo Sanguineti,Umberto Eco, Adriano Spatola,Antonio Porta, Renato Barilli, per citare solo alcuni nomi, mentre nella sua Modena era già “un personaggio”, conosciuto, ammirato e talvolta temuto per i suoi comportamenti imprevedibili e violenti, da artisti che sarebbero diventati anch’essi nomi di grosso calibro – Claudio Parmiggiani, Carlo Cremaschi,Franco Guerzoni, Franco Vaccari,Giuliano Della Casa. Leggi tutto
E’ una fase di creatività assoluta, di sperimentazione, di performances diffuse: lo scambio tra l’arte e la vita diventa serrato, si fa strada l’idea dell’artista totale. Nel 1968 Torricellli pubblica Coazione a contare, un’opera il cui testo è costituto da un elenco di numeri da uno a cinquemilacentotrentadue, e che Eco ha indicato come “prodotto estremo del primo gruppo 63”. “Se a questo si era giunti, – prosegue Eco – finiva allora un’epoca e doveva incominciarne un’altra”.
Ma la nuova epoca per Gian Pio Torricelli non venne mai. Primo figlio maschio dopo tre sorelle, Torricellli era nato appena in tempo per salvare suo padre dalla partenza per il fronte. Un puer, un predestinato, una benedizione piovuta dal cielo. Con questo marchio Torricelli viene al mondo, e a questo marchio, come in un inesorabile destino edipico, finisce per sacrificarsi. Droga, violenze, arresti, manicomio criminale, elettroshock. Dolori, speranze, e infine rassegnazione. Oggi Gian Pio Torricelli, a 73 anni, vive sereno in una casa di riposo. E parla con gli extraterrestri.
Il libro si inoltra, con passo discreto ma sicuro, nelle due e più vite di Gian Pio Torricelli: l’uomo, l’artista, il figlio, il fratello, il malato di mente, i tanti volti di una personalità poliedrica e complessa che ha vissuto una delle stagioni più ricche ed esaltanti della nostra storia recente.
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9 recensioni per DUNQUE TORRICELLI – Dal Gruppo 63 al manicomio criminale
Valutato 5 su 5
Roberta Fontanesi –
Il Gruppo 63 è stato un movimento culturale molto interessante. Vedo qui dei nomi che poi hanno fatto la storia della cultura in Italia. Pensare che un modenese praticamente a me sconoscuto abbia contribuito in qualche misura a quel rinnovamento, onestamente mi piace. Non solo tortellini e auto da corsa… Grazie.
Roberta
Valutato 5 su 5
Daniele Paltrinieri –
Grande Gian Pio. Sei rimasto un puro!
Valutato 5 su 5
Anna –
Una riconferma dell’indissolubilità tra genio e follia.
Valutato 5 su 5
Anna –
Sto preparando la mia tesi di laurea sul Gruppo 63 e questo libro non poteva di certo mancare nella mia bibliografia. Mi è stato molto utile. Grazie mille!
Valutato 4 su 5
Giusy Bellesia –
Ho acquistato il libro a Milano e dato che da anni mi occupo di arte in rapporto alle problematiche pscichiche devo dire che l’argomento è trattato in modo equilibrato e con una rara profondità. Molto utile.
Bravi.
Valutato 5 su 5
Antonio Vellani –
Ma è un personaggio incredibile questo poeta, scrittore, pittore. Ora dicono che è rinchiuso in una struttura. Che peccato tanta intelligenza così finita.
Valutato 5 su 5
Lorenzo –
Libro molto interessante a livello poetico e artistico
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DUNQUE TORRICELLI – Dal Gruppo 63 al manicomio criminale
Roberta Fontanesi –
Il Gruppo 63 è stato un movimento culturale molto interessante. Vedo qui dei nomi che poi hanno fatto la storia della cultura in Italia. Pensare che un modenese praticamente a me sconoscuto abbia contribuito in qualche misura a quel rinnovamento, onestamente mi piace. Non solo tortellini e auto da corsa… Grazie.
Roberta
Daniele Paltrinieri –
Grande Gian Pio. Sei rimasto un puro!
Anna –
Una riconferma dell’indissolubilità tra genio e follia.
Anna –
Sto preparando la mia tesi di laurea sul Gruppo 63 e questo libro non poteva di certo mancare nella mia bibliografia. Mi è stato molto utile. Grazie mille!
Giusy Bellesia –
Ho acquistato il libro a Milano e dato che da anni mi occupo di arte in rapporto alle problematiche pscichiche devo dire che l’argomento è trattato in modo equilibrato e con una rara profondità. Molto utile.
Bravi.
Antonio Vellani –
Ma è un personaggio incredibile questo poeta, scrittore, pittore. Ora dicono che è rinchiuso in una struttura. Che peccato tanta intelligenza così finita.
Lorenzo –
Libro molto interessante a livello poetico e artistico
mario –
Bellissimo
Maurizio –
Libro bellissimo